Anch'io voglio dare il mio contributo al dibattito "I giovani e la politica" che spontaneamente è nato sul web, evidenziando la necessità di discutere su un tema reale di grande interesse. Mi classifico: non sono, ahimè , una giovane. Come molti post-quarantenni ,sono un po' prevenuta nei confronti dei giovani, poichè il modello che ho dinanzi, in generale, è abbastanza deludente.
Sono piacevolmente colpita, invece, dagli scritti che leggo sul nostro forum, che dimostrano come la volontà di approfondimento e di analisi del reale, una buona capacità critica e, non ultima, una notevole base culturale esistono in talune "avanguardie" giovanili (mi scuso per il concetto obsoleto). Mi rallegro di ciò, perchè posso ancora sperare che ci sia qualcuno a cui interessi un futuro migliore del presente .
Quello che mi rattrista, però, è la rassegnazione che mi pare di leggere nei vostri scritti, e che vi impedisce , dopo l'analisi, di tradurre in azioni concrete questa energia che avete dentro.
C'è oggi la cosiddetta crisi delle ideologie (anche se mi pare che il razzismo, la xenofobia ,concetti appartenenti all' ideologia della destra trionfino ovunque) che sostanziava il nostro agire negli anni 70/80. Allora c'era però anche una determinazione individuale, la voglia di mettersi in gioco in prima persona, che non mi pare di intravedere oggi.
Siamo pervasi dal "pensiero debole", dal "Minimalismo" e trovare il modo in cui canalizzare la rabbia , la volontà di cambiamento, è difficile.
Forse che non abbiate ancora raggiunto la soglia di sopportazione oltre la quale scatta l'impulso alla reazione? Secondo me , pensando alla precarietà del lavoro, alla mancanza di investimenti nella formazione, alla difficoltà di trovare una casa a prezzi adeguati, etc. dovreste averla già superata da tempo!!!!!
Per quanto concerne il sentirsi "esclusi dalla politica", la Storia insegna che il Potere non si fà da parte per lasciare posto a chicchessia.(Credo che una rilettura delle opere di M.Foucault sulle dinamiche del Potere potrebbe essere sicuramente proficuo).
Gli spazi, da sempre, occorre guadagnarseli, prenderseli.
Ad esempio : perchè ad Inverigo non vi sono locali per i giovani? Perchè l'Amm.ne comunale non vuole dare spazi autogestiti , ma preferisce che gli spazi li gestiscano gli oratori, dove è la Chiesa a determinare modi, tempi e obiettivi del tempo libero. Per la Destra, la libertà degli altri è pericolosa (la propria, un diritto inalienabile).
Avete mai pensato di installarvi fuori dall'edificio comunale ad oltranza, per farvi ascoltare e proporre i vostri bisogni?
Incazzatevi, ne avete diritto.
Se poi non volete percorrere sentieri già tracciati , non vi va di fare politica partitica, non importa: quello che conta è che diciate la vostra.
(io faccio politica nel gruppo di minoranza "Uniti per Inverigo", con tutti i limiti e le frustrazioni annesse, perchè è l'unico modo che riesco a concepire , a livello personale, per "fare qualcosa" oggi).
Ma voi non ci siete nei Consigli Comunali, non ci siete in Biblioteca: dove vi nascondete? E poi , perchè vi firmate con delle sigle? Vi volete perdere in quel nuovo concetto sociologico che è la "moltitudine", ancora prima di mostrare la vostra esistenza?
Antonella Dal Zoppo
giovedì 3 luglio 2008
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